Caffè come elisir di lunga vita

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Bere caffè allunga la vita. No, non è lo slogan di uno spot televisivo, bensì il confortante (sicuramente per tutti i coffee addicted come noi) risultato di diversi studi scientifici condotti recentemente.

Senz’altro interessante anche per gli amanti del deca lo studio pubblicato su Annals of Internal Medicine condotto da un team di 48 ricercatori coordinati da Marc Gunter, epidemiologo dell’International Agency for Research on Cancer su un campione di più di 520 mila soggetti europei (54% donne) di età compresa tra i 40 e i 70 anni per un periodo medio di 10 anni.

Analizzando i risultati si è visto che il rischio di mortalità dovuta a problemi circolatori o dell’apparato digerente diminuiva nei soggetti che bevono il caffè abitualmente rispetto a chi non ne consuma (22% dei soggetti totali). E ciò indipendentemente dalla quantità consumata e dal modo di consumarlo – caffè solubile o macinato e anche decaffeinato.

Chi consuma abitualmente caffè, infatti, ha un profilo enzimatico migliore del fegato. Inoltre presenta un miglior controllo del glucosio e al contempo un minor tasso di infiammazione nell’organismo.

Gli effetti benefici del caffè non deriverebbero dalla caffeina, dunque, ma dal mix di polifenoli, acidi clorogenici e diterpeni in esso contenuti, che ne conferiscono l’inconfondibile aroma. Tali sostanze hanno infatti proprietà antiossidanti riconosciute.

Un altro studio condotto su 185 mila soggetti (afroamericani, nippoamericani, latinoamericani e caucasici) sopra i 45 anni da un team guidato da Wendy Setiawan della University of Southern California va in tale direzione.

Bere una tazza di caffè americano al giorno abbasserebbe del 12% il rischio di morte. Berne tre tazze lo abbasserebbe addirittura del 18%. Ciò sempre grazie agli antiossidanti in esso contenuti, che proteggono le cellule prevenendo, su tutti, tumori e malattie cardiovascolari.

Tali risultati sarebbero universalmente validi, essendo stati riscontrati anche sui soggetti che presentano un polimorfismo genetico che rende più lento il metabolismo della caffeina.

Per Elio Riboli – direttore della School of Public Health all’Imperial College di Londra – tali risultati sarebbero in linea con quanto già studiato all’Istituto Nazionale di Nutrizione di Roma; due o tre tazzine di caffè avrebbero un effetto antiossidante pari, se non addirittura superiore, a quello ottenuto consumando tre volte al giorno frutta e verdura.

Sostenere che bere caffè tutti i giorni è un’ottima abitudine per allungaree migliorarela nostra aspettativa di vita, quindi, non è affatto un’affermazione esagerata.

Anzi, è un ottimo spunto per godersi ancora di più ogni tazzina di Che amor di caffè 😉

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